MACBETH di William Shakespeare - Teatro Arcobaleno
L'opinione della libertà: L’ambizione, il potere, la pulsione distruttrice e l’irresistibile fascino del male sono le tematiche portanti di questa celebre dark opera shakespeariana. La storia ha come protagonista Macbeth e la sua sanguinosa ascesa al potere, che lo trasformerà da valoroso e fedele comandante dell’esercito del re Duncan in spietato criminale. In estrema sintesi: “Meglio regnare all’Inferno, che servire in Paradiso”. Tutto ha inizio quando Macbeth, il barone di Glamis ed il generale Banquo, dopo aver sconfitto i ribelli del re di Scozia, incontrano in un bosco le streghe. Queste misteriose creature predicono loro un futuro pieno di gloria: Macbeth diverrà re di Scozia, mentre Banquo sarà progenitore di una stirpe di re. L’inquietante rivelazione causerà in entrambi un profondo turbamento e costringerà soprattutto Macbeth a fare i conti con la propria incontenibile sete di potere. Accanto a lui, la perversa e fascinosa Lady Macbeth, centro di gravità nel feroce progetto. E quando Macbeth, preso dai sensi di colpa, si mostrerà incerto nel portare a termine l’assassinio del re, la dark lady userà tutte le sue diaboliche arti per incitare il consorte verso la delittuosa azione. Tra destino, magia e manipolazioni, Macbeth è costretto a prendere una drammatica decisione sul futuro, almeno in apparenza già segnato. Ed è questo il presupposto della tragedia shakespeariana: l’impossibilità a rimuovere l’errore, l’ineluttabilità del destino contro cui si può al massimo lottare. Ma evitare? Macbeth invoca persino le stelle, le scruta ma con l’occhio di chi vuol piegare il loro corso alla buona riuscita dei suoi scellerati terreni propositi. In un’epoca come la nostra dove si è smarrito il senso del limite, di ogni limite, William Shakespeare ci consegna in un magico ed impetuoso affresco l’intramontabile modernità di Macbeth: il traditore a sua volta tradito, mentre agisce come il peggiore degli uomini, pur senza esserlo. Questo allestimento non intende raccontare la storia, già ai più nota, ma indagare ciò che transita nell’arco di un respiro, nell’incontro di due sguardi nel momento della sospensione, quando tutto si fa palese e misterioso nel tentativo di portare a termine un desiderio oltre misura che porterà Macbeth e la sua dark lady verso il tramonto inglorioso della vita. Una riflessione eterna sulla natura umana, la quale dimostra di possedere una amnesia storica sia sulle sue debolezze sia sui risultati che la storia ci ricorda. In un’epoca in cui sottotraccia si invoca la perfezione, questa tragedia ci riporta alla realtà della natura umana, alle sue fragilità e capacità. Una disamina con luce ed ombre di una storia umana sempre attuale e da tener presente mentre si costruisce costantemente il futuro di un Paese. Credo che nella cultura inglese prima che europea le tragedie shakespeariane sono state da monito al popolo e alla aristocrazia nel creare un regno democratico che non solo ha resistito nei secoli alle varie rivoluzioni, ma le ha anche dirette. La regia di questo spettacolare racconto teatrale è di Gianni Leonetti.
StudioArte Viola: Il 22 novembre al teatro Arcobaleno sono spettatrice di una delle opere più rappresentate e più complesse di Shakespeare: Macbeth, regia di Gianni Leonetti. Ammetto che sono rimasta incollata per tutto il tempo a questo "spettacolo", ma in realtà più che uno spettacolo mi sono ritrovata catapultata in un mondo surreale: cieli in continuo cambiamento, luci e nuvole che avvolgono lo spettatore fin dalla prima scena dandogli il tempo di entrare e partecipare al dramma, e musiche seducenti che entrano dirette nella parte più profonda di noi. Le sensazioni avute sono state davvero infinite e di difficile descrizione. Ho avuto la sensazione di vivere in un opera Claude Monet, anzi, di essere una Ninfea di un suo dipinto con la fortuna di galleggiare in acque Blu di Prussia e di nascosto ascoltare voci, profezie, pentimenti e sete di potere di qualcuno, cosa che più attuale, non potrebbe essere. Sono stata spettatrice di un racconto coinvolgente sintetizzato da un regista, un artista, che forse nella propria vita ha cercato e ricercato nel suo stile la sintesi del proprio "dire" attraverso i colori netti tagliati dalla luce in cui i personaggi si stagliano perfettamente con lo sfondo, trasportandomi in un attimo nelle opere di Hopper in cui l'essenza umana è così penetrante da rimanere sospesi in un tempo senza tempo. E quando un'opera coinvolge così tanto è cosa banale pensare se sia piaciuta o meno, perché penetra così a fondo tanto da sognarla. E infatti, la notte seguente sogno che a fine spettacolo ad ogni spettatore viene dato uno specchio ovale dalla cornice d'oro in cui riflettersi e, come per magia, tutti rivelano lo stesso volto. A ricordarci, forse, che gli aspetti umani, i più torbidi e i più meschini, appartengono a noi tutti, sta a noi domarli. Uno spettacolo coinvolgente appassionato e spietato immerso nel blu di un infinito che ci appartiene, come le nostre miserie.
A PORTE CHIUSE di Jean Paul Sartre - Teatro Arcobaleno
L’opinione della libertà: “ Lo spettacolo si apre con un video, in apparenza misterioso, che traccia, in sintesi, il percorso e le ragioni per le quali i protagonisti, Garcin, Ines e Stella, sono approdati in questo inferno senza fiamme né boia. Al pubblico appare chiaro che lo spettacolo non segue una linea classica, tradizionale, ma si avventura in una “zona” sospesa, dove i corpi degli attori, le musiche, i filmati, il magico gioco di luci si fonda gradatamente, in un suggestivo gioco di impulsi e di forti emozioni. Nella versione di Gianni Leonetti, incorniciata nella suggestiva scena disegnata da Mauro Banella, composta da isole color bronzo, la dimensione dell’esistenza umana non è che un riverbero, una proiezione concepita e plasmata da una mente esterna. “A porte chiuse”, in questa inedita e ricercata versione, restituisce a pieno l’intensità del testo sartriano e conferma lo sguardo raffinato e suggestivo di questo regista che ama cimentarsi con gli autori più importanti del teatro come Miller, Schnitzler, Ibsen, Beckett, Strindberg, Pinter. Camillo Ciorciaro, con intensità ed eleganza, dà corpo al traditore e donnaiolo Garcin, Elisa Novembrini interpreta con incisività ed energia l’inquieta Ines, Eleonora Timpani è una vibrante e fascinosa Stella. La possente voce di Stefano Mondini interpreta il mefistofelico inserviente. Eleganti i costumi di GdF studio. “A porte chiuse” è uno spettacolo a lungo applaudito dal pubblico in sala.”
Redazione culturalNews: “ Al Teatro Arcobaleno è andato in scena ‘’A porte chiuse’ di Jean-Paul Sartre. Adattamento e regia: Gianni Leonetti. con Camillo Ciorciaro, Elisa Novembrini, Eleonora Timpani e Stefano Mondini (in voce). Una tematica di intensa emozione, che ha ottenuto i più confortevoli consensi del pubblico e della critica.”
ArteCulturaTeatro” Una location sconosciuta ed impenetrabile, priva di oggetti di uso comune e di specchi dove ritrovare la propria immagine, è il luogo dove personaggi del grande esistenzialista francese, J.P. Sartre sono rinchiusi. Tre individui: un vigliacco, un'assassina e una giovane prostituta, si ritovano in un inferno senza fiamme in cui saranno costretti a misurarsi con le loro coscienze macchiate da crimini. Ormai lontani da tutto e da tutti, in un luogo chiuso e isolato, ognuno dei tre protagonisti si incaricherà di essere boia e giudice degli altri per indurli a raccontare il motivo della presenza in quell' ambiente. Sarà questa la loro condanna. Da tale circostanza la battuta: "l'inferno sono gli altri". Da intendersi come una dura constatazione: esistiamo solo attraverso e grazie agli altri, sono la loro percezione di noi, i loro sguardi e i loro giudizi a definirci.. Un "Teatro di situazioni" coniato dal grande filosofo e ancora attuale. Orgogliosa di aver assistito al gran bello spettacolo.”
Appuntamenti europei: “Il grande esistenzialista francese, J.P. Sartre, e’ in scena al Teatro Arcobaleno con A PORTE CHIUSE – adattamento e regia di Gianni Leonetti – con Camillo Ciorciaro, Elisa Novembrini, Eleonoa Timpani, e Stefano Mondini (in voce). Belli video e musiche, e intensa l’interpretazione di ciascunodei tre protagonisti!”
DOPPIO SOGNO di Arthur Schnitzler - Teatro Arcobaleno
II Tempo: " …non si smette mai di smascherare nuove perturbanti verità in "Doppio sogno" l'intrigante capolavoro di Schnitzler da cui Stanley Kubrick ha tratto il suo ultimo film "Eyes Wide Shut"... la versione teatrale, adattata e diretta da Gianni Leonetti, è presentata al Teatro Arcobaleno fino 26 novembre".
L'opinione: "…in questi giorni, al Teatro Arcobaleno di Roma (fino al 26 novembre), va in scena “Doppio sogno”, per la regia di Gianni Leonetti. L’intrigante capolavoro di Arthur Schnitzler, da cui Stanley Kubrick ha tratto il suo ultimo film, “Eyes Wide Shut”, si evolve come un’affascinante e scandalosa fiaba sull’amore coniugale e sui fragili equilibri che lo tengono vivo...nell’avvincente trama di questa eccezionale opera del Novecento – ha scritto ancora Leonetti nelle note di regia – regna assoluto il mistero del sogno, entità indecifrabile, ma nella quale siamo stranieri come in un ‘Paese al confine’, dove continuiamo ad essere noi senza esserlo”.
Corriere dello spettacolo: " ...il matrimonio è sempre in bilico e non si sa quale futuro l’autore le riservi in questa sottile ludopatia di perversione ed onirismo peccaminoso.Freud si complimentò con l’amico SCHNITZLER così investigatore dei flussi psichici ed irrefrenabili dell’entità ilemorfica aristotelica,che il cast empatico e sinergetico del lavoro rende bene con la regia di G. Leonetti. Lo spettacolo prosegue al TEATRO ARCOBALENO fino al 26/11 c. m. "